Manifesto
Congresso Internazionale sull’Azione Cattolica
Duc in altum Azione Cattolica
ABBI IL CORAGGIO DEL FUTURO!
Roma – Loreto, 31 agosto/5 settembre 2004
Noi, partecipanti al Congresso Internazionale sull’Azione Cattolica, provenienti da più di cinquanta paesi dell’Africa, dell’America, dell’Asia e dell’Europa, laici, sacerdoti e vescovi, rinnoviamo il nostro desiderio che l’Azione Cattolica (AC) sia nelle Chiese di ogni paese, espressione matura e cosciente di un laicato capace di vivere la splendida avventura di coniugare quotidianamente la fede e la vita.
1. UNA STORIA DI LAICI LIBERI E RESPONSABILI
Con la sua storia, l’AC ha contribuito a formare laici cristiani, consapevoli della propria vocazione, pronti ad assumere le proprie responsabilità nella vita della Chiesa e a costruire, con il lievito del Vangelo, la civiltà dell’amore insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà:
Ricordando con gratitudine le luci e le ombre di questa storia, sentiamo la responsabilità di accoglierla con tutta a sua fecondità e di attualizzarla nel nostro tempo.
2. UN DONO PREZIOSO PER LA CHIESA E PER IL MONDO
Con umiltà e con gioia profonda riconosciamo la ricchezza del carisma che ha dato origine e che anima l’AC:
Essere laici impegnati nella vita della Chiesa e in tutta la sua missione; in stretta relazione con i pastori, al servizio della comunione ecclesiale, vissuta in ogni Chiesa particolare e in ogni comunità parrocchiale.
Essere cristiani laici che amano la vita e condividono l’impegno a lavorare con tutta l’umanità perché sia riconosciuta la dignità di ogni persona. Uomini e donne che vivono fortemente radicati nella propria terra, nella propria comunità, nella propria città.
Bambini, giovani e adulti che vogliono assumere nella comunità questi impegni come testimoni di una fraternità che diventi realtà per tutti.
Questo carisma rende l’AC una forma singolare di apostolato secolare, che riconosciuto dalla Gerarchia, prende forme e nomi diversi nelle varie realtà.
3. UN PROGETTO DI VITA
Consapevoli della nostra vocazione battesimale, incoraggiati dalla testimonianza dei beati Pina Suriano, Alberto Marvelli e Pere Tarrés e di tante altre figure significative la cui venerazione rinnoviamo oggi a Loreto, assumiamo le sfide segnalate dal Santo Padre Giovanni Paolo II nel messaggio a questo congresso. Vogliamo continuare ad essere: “laboratorio di formazione dei laici che, illuminati dalla Dottrina sociale della Chiesa, si impegnano decisamente nella difesa della vita, nella salvaguardia della dignità della persona umana, nella realizzazione della libertà educativa, nella promozione del vero significato del matrimonio e della famiglia, nell’esercizio della carità verso i più poveri, nella ricerca della pace e della giustizia e nell’applicazione dei principi della sussidiarietà e della solidarietà nelle diverse realtà sociali”.
Al termine di questo congresso, convinti – come ha insistito il Santo Padre – che la Chiesa ha bisogno dell’AC, confermiamo il nostro impegno di rendere le nostre associazioni sempre più vive; di farla nascere nei paesi dove non c’è ancora e di rafforzare i rapporti che ci uniscono.
Affidiamo questi impegni a Maria, Madre della Chiesa e Nostra Signora di Loreto.
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- 2009