Il cammino dell’AC nella chiesa e nel mondo Alla luce della Christifideles Laici, per la nuova evangelizzazione
Sua Em.za Card. Eduardo F. PIRONIO
Sua Em.za Card. Eduardo F. PIRONIO
Il Dio della speranza vi riempia
di ogni gioia e pace nella fede,
perchè abbondiate nella speranza
per la virtù dello Spirito Santo
(Rm 15,13)
Queste sono le mie prime parole di saluto e di augurio per tutti voi che partecipate all’assemblea del Forum Internazionale di Azione Cattolica. Desidero che lo Spirito Santo operi profondamente nei nostri cuori producendo una sovrabbondanza di pace, di gioia, di speranza.
Questa speranza “non delude, perchè l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che vi è stato dato” (Rm 5,5).
A questa speranza io vi ho invitati – con le parole di Giovanni Paolo II – nella mia riflessione per il Forum del 91. “Dio sta preparando una grande primavera cristiana di cui già si intravede l’inizio” (RM 86). Una speranza che ci apre a nuovi orizzonti, a nuovi impegni, a nuovi passi sulla via dell’evangelizzazione e della missione dell’Azione Cattolica.
Uno dei segni di questa grande primavera è costituito dall’autocoscienza che la Chiesa sta assumendo di se stessa in tutti i suoi membri: laici, presbiteri, religiosi. La Chiesa come Mistero, come Comunione, come Missione; ho detto con una frase che mi è particolarmente cara e che sintetizza tutto: “la Chiesa come mistero di comunione missionaria”.
Con il recente Sinodo sulla Vita consacrata si è chiusa una bellissima riflessione sulla ‘circolarità della comunione’ che è cominciata con il Sinodo sui laici (87), è continuata con il Sinodo sulla formazione dei sacerdoti (90) – sacerdoti che vivono, servono e comunicano il Mistero – e si conclude ora con una riflessione (meditazione contemplativa) su questo dono di Dio alla sua Chiesa che è la vita consacrata: nelle sue varie forme di Vita Religiosa e di Istituti Secolari, vita monastica e vita apostolica, vergini e eremiti, nuove forme di vita consacrata. Lo Spirito di Dio sta operando con forza nella sua Chiesa “in questa magnifica e drammatica ora della storia, nell’imminenza del terzo millennio” (ChL 3).
Un altro segno di questa ‘grande primavera cristiana’ è la crescente partecipazione dei fedeli laici alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Il loro ardente desiderio di una profonda spiritualità laicale (fame della Parola di Dio – Lectio divina – e dei sacramenti), l’impegno crescente di partecipazione all’edificazione della comunità cristiana e alla costruzione della nuova società.
Possiamo sottolineare in modo particolare tra questi segni positivi di speranza l’impatto che producono sui giovani le Giornate mondiali della Gioventù. Costituiscono un momento forte di evangelizzazione, un segno evidente e concreto di comunione ecclesiale e un particolare invito al rinnovamento interiore (manifestato con un crescente desiderio di santità e, in molti casi, come momento decisivo di scelte vocazionali, sacerdotali e religiose).
Infine oso collocare tra questi segni chiari di speranza cristiana la nuova e più profonda coscienza dell’Azione Cattolica come forma privilegiata di Associazione ecclesiale “in stretto rapporto con la gerarchia” e specialmente partecipe della sua missione apostolica.
Non a caso il Concilio Vaticano II ricordava ai Vescovi il dovere di promuovere le diverse forme di apostolato dei laici, “e in modo particolare l’Azione Cattolica” (CD 17, cf. AA 20). Lo stesso ha detto Giovanni Paolo II, raccogliendo la proposta 13 dei Padri Sinodali: “tra le diverse forme apostoliche dei laici che hanno un particolare rapporto con la gerarchia i Padri sinodali hanno esplicitamente ricordato vari movimenti e associazioni di Azione Cattolica” (ChL 31).
È evidente che l’Azione Cattolica – con diverse modalità in relazione a paesi e culture differenti – ha segnato fortemente gli inizi della partecipazione dei laici alla missione della Chiesa e ha avviato una forma associativa speciale che ha fatto crescere e maturare la comunità cristiana.
Senza nulla togliere alla forza di testimonianza e di evangelizzazione dei nuovi movimenti ecclesiali – che “rappresentano un vero dono di Dio per la nuova evangelizzazione e per l’attività missionaria propriamente detta” (RM 72) – non bisogna dimenticare che “fu in particolare la promozione dell’Azione Cattolica per opera di Pio XI ad aprire un capitolo decisivo nello sviluppo dell’opera dei laici nel campo religioso, sociale, culturale, politico e persino economico. L’esperienza storica e l’approfondimento dottrinale dell’Azione Cattolica prepararono nuove leve, aprirono nuove prospettive, accesero nuove fiamme” (GPII 21-9-94).
Nel cammino dell’AC ci sono state luci e ombre, momenti di disorientamento e stanchezza, timori per essere stata forse superata dai tempi nuovi e dalle esigenze ecclesiali. Credo che sia arrivato il momento provvidenziale dello Spirito per un rinnovamento più profondo del suo impegno spirituale, dottrinale, apostolico e missionario.
A questo contribuirà certamente la celebrazione di questo Forum – torneremo sul tema alla fine – che vuole aprire ad altri paesi la fecondità di una esperienza associativa molto ricca nei frutti e così piena di speranze. Desidero segnalare alla luce della Christifideles Laici alcune esigenze e speranze in questo cammino dell’Azione Cattolica: formazione, comunione, audacia e profezia nello Spirito.
I Formazione per una nuova evangelizzazione
Si è sempre detto che l’Azione Cattolica deve essere una “scuola di formazione”. E l’esperienza ci dice che lo è stata. Generazioni di fedeli laici sono stati formati profondamente alla scuola dell’Azione Cattolica: da qui sono sorte famiglie profondamente cristiane, vocazioni sacerdotali e religiose, laici impegnati nell’ambito della cultura, dell’educazione, dell’economia e della politica. Tante volte, invece, si è accusato l’Azione Cattolica di essere semplicemente “una scuola”, cioé di chiudersi in se stessa, di formare ad uno spiritualismo disincarnato (senza un rapporto diretto con la vita quotidiana e con l’impegno nelle realtà temporali) o a una mera struttura dottrinale (una teologia astratta, profonda, ma senza collegamento con le situazioni nuove personali, familiari, o dei popoli). Credo che le accuse siano state molte volte ingiuste, ma c’era anche qualcosa di vero (come pure nella formazione che si dava nei seminari e negli istituti religiosi). Proprio per questo, negli ultimi tre sinodi- laici, presbiteri, religiosi – si è insistito sull’urgenza di una formazione integrale, di base, e permanente.
Una formazione per la nuova evangelizzazione suppone:
a – formazione per la comunione.
La Chiesa è essenzialmente comunione missionaria. Questo suppone per l’Azione Cattolica, principalmente, comunione affettiva ed effettiva con i Pastori; come ogni esperienza di comunione, a volte, carente, ma sempre ricca e feconda. Comunione con le diverse realtà del popolo di Dio (presbiteri, religiosi, laici). Una particolare sensibilità ecclesiale e capacità di comunione con le altre forme associative: movimenti, gruppi e associazioni;
b – formazione per l’unità interiore tra fede e vita:
affinchè l’annuncio esplicito di Cristo sia unito alla testimonianza, all’evangelizzazione e alla promozione umana, il servizio alla profezia, l’azione missionaria alla preghiera contemplativa;
c – formazione per la costruzione “di comunità ecclesiali mature” (ChL 34); comunità di fede confessata nell’adesione alla Parola di Dio, celebrata nei sacramenti e vissuta nella carità come anima dell’esistenza morale cristiana (cf ChL 33);
d – formazione nella dottrina sociale della Chiesa. “È del tutto indispensabile una conoscenza più esatta della dottrina sociale della Chiesa… Tale dottrina deve essere già presente nella istruzione catechistica generale, negli incontri specializzati, nelle scuole e nelle università” (ChL 60). La Dottrina sociale della Chiesa è parte della Teologia morale (cf SR 5);
e – formazione per una crescita interiore nell’itinerario che progredisce verso la santità. Torniamo a un tema che è specifico per l’AC: essere “scuola di spiritualità e di santità”. Oggi il mondo ha bisogno di santi. Santi del quotidiano (Paolo VI).
II Comunione per la nuova evangelizzazione
La comunione è l’inizio e il termine della nuova evangelizzazione. “La comunione è missionaria e la missione è per la comunione” (ChL 32). Direi che è il centro, il cuore della nuova evangelizzazione.
Dico il cuore per due ragioni:
a – perchè l’evangelizzazione suppone la Parola e l’Eucarestia;
b – e perchè lo Spirito Santo (che è spirito di amore, di unità e di comunione) è il “Protagonista della missione“ (RM III). “La comunione ecclesiale è, pertanto, un dono, un grande dono dello Spirito Santo” (ChL 20).
Voglio riferirmi ora alla comunione come inizio e termine della nuova evangelizzazione, applicandolo in modo particolare all’Azione Cattolica. “Questa comunione è il mistero stesso della Chiesa”. La Chiesa come la definisce il Concilio Vaticano II, con parole di s. Cipriano è “un popolo radunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (LG 4). Proprio per questo la Chiesa è espressione e immagine (vera icona) della Trinità.
Ed è tutta la Chiesa che riceve – nella sua essenziale e indistruttibile comunione – la missione evangelizzatrice di Gesù “Andate in tutto il mondo e annunciate la Buona Novella a tutte le creature” (Mc 16,15; cf Mt 28,18-20).
È tutta la Chiesa – mistero di comunione missionaria – che sta ricevendo oggi da Gesù Risorto, per mezzo di Paolo VI e Giovanni Paolo II, il nuovo mandato per l’evangelizzazione e la missione: “Andate anche voi nella mia vigna” (siate Chiesa comunione); “Andate in tutto il mondo” (siate Chiesa missionaria).
Per l’Azione Cattolica questa chiamata alla comunione ecclesiale e questo mandato missionario hanno una valenza particolare che sintetizzo così:
– vivere in intima comunione con la Trinità che ci inabita e con Cristo che ci invia e che è la Vite di cui tutti siamo tralci: intensificare la vita spirituale con la Lectio Divina e l’Eucarestia; la comunione cresce e si manifesta nella misura in cui si vive “in Cristo Gesù” e “nello Spirito Santo”.
– Vivere con particolare dedizione il Mistero della Chiesa particolare: siate inseriti nella Chiesa di Cristo che si realizza nella vostra diocesi e nella vostra parrocchia, in comunione perfetta con la Chiesa universale che Pietro presiede. Vi ricordo le parole di S. Paolo “Così dunque voi non siete più nè stranieri, nè ospiti ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In Lui ogni costruzione cresce ben ordinata, per essere tempio santo del Signore; in Lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito” (Ef 2,19-22). Vivere la Chiesa, sentire la Chiesa, amare la Chiesa nella sua realtà concreta, immediata, totale; l’unica Chiesa edificata sugli apostoli, di cui Cristo è la pietra angolare.
– Partecipare attivamente ai piani pastorali delle Diocesi, in comunione organica con i Pastori: preparazione, realizzazione, verifica.
– Essere evangelicamente nel mondo – cercando di condividere la sofferenza e la speranza degli uomini e di leggere a partire dalla fede i nuovi segni dei tempi per portarli ai Pastori e interpretarli con loro. Si realizza così una comunione di salvezza con il mondo; si rende presente l’unica Chiesa di Cristo nel cuore del mondo; come dice il tema di questo Forum: “Uomini e donne della Chiesa nel cuore del mondo; uomini e donne del mondo nel cuore della Chiesa” (cf EN 70: “Il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo vasto e complicato della politica, della realtà sociale, dell’economia, così pure della cultura, delle scienze e delle arti”).
– Scoprire e inserirsi profondamente nei nuovi areopaghi dove la Chiesa è chiamata a proclamare la Buona Notizia con il nuovo ardore dello Spirito Santo (mezzi di comunicazione sociale, campo della cultura, dello sport, mondo del lavoro e tempo libero) creare spazi di presenza, di testimonianza, di evangelizzazione missionaria.
III. Audacia e profezia nello Spirito
“Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio (Lc 4,18; cf Is 61,1-2).
Desidero ritornare su un tema già accennato e che è nel cuore della nuova evangelizzazione e nel cuore dell’Azione Cattolica: “la vita in Cristo”, “la vita nello Spirito”. La nuova evangelizzazione esige testimoni ardenti e profeti credibili. Siamo in una epoca di martiri: c’è bisogno di audacia e profezia.
Vorrei ricordare brevemente alcune esigenze di una spiritualità laicale che è specificamente propria dell’Azione Cattolica ed essenziale per la nuova evangelizzazione:
a – dimensione contemplativa di ogni attività apostolica e missionaria. È un’esigenza interiore dello Spirito che abita in noi. Lo Spirito ci rende profeti (cioè “la bocca di Dio”; non siamo noi che parliamo, ma è lo Spirito che abita in noi e parla per mezzo nostro) e lo Spirito ci rende testimoni (“riceverete la forza dello Spirito Santo e sarete miei testimoni”, Atti 1,8).
Questa dimensione contemplativa suppone:
– la meditazione continua della Parola di Dio; la Lectio divina;
– la preghiera contemplativa che comprende momenti di silenzio e di preghiera, di pura esperienza di Dio e di scoperta di Dio nella natura, nel lavoro, nei poveri, nella croce;
– l’amore per il deserto, la solitudine, il ritiro. “Lo Spirito lo condusse nel deserto” (Mc 1,12). Oggi c’è fame di silenzio, di ricerca di Dio nel deserto, di preghiera. L’Azione Cattolica si è caratterizzata sempre per il bisogno e la gioia degli Esercizi Spirituali.
b – La spiritualità dell’incarnazione. “La Parola si fece carne e pose la sua dimora in mezzo a noi” (Gv 1,14). La contemplazione non ci allontana dalla realtà; anzi tutto il contrario, ci introduce in essa e crea in noi capacità più profonde per assumere le sofferenze degli uomini. La dimensione contemplativa ci rende profondamente sereni, luminosi e trasparenti. Più vicini ai poveri e più pieni dell’audacia e della profezia dello Spirito. Più capaci di denunciare le ingiustizie, di combattere la violenza e di proclamare la forza trasformatrice delle beatitudini; ci rende, cioè, più serenamente forti e impegnati.
c – La crescita quotidiana nella vita sacramentale. Generati in Cristo con il battesimo (“creati in Cristo Gesù”, Ef 2,19) cresciamo verso la santità nella fedeltà al Dio del quotidiano “ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi nella vostra condotta” (1 Pt 1,15).
Il Sinodo straordinario del 1985 – che tanto ci ha aiutati a scoprire il Mistero dela Chiesa comunione missionaria – ci ha lasciato la seguente raccomandazione: “I santi sono sempre stati fonte e orgine di rinnovamento nelle circostanze più difficili di tutta la storia della Chiesa. Oggi abbiamo una così grande necessità di santi che dobbiamo continuamente implorare dal Signore” (Rel F II, A 4 cf ChL 16).
L’Azione Cattolica ci ha aiutati a scoprire la ricchezza inesauribile del battesimo e della nostra vocazione alla santità. La cresima ci ha unti con la forza dello Spirito per la testimonianza e la profezia “voi sarete miei testimoni” (Atti 1,8), l’Eucarestia ci assimila quotidianamente al pane della vita e ci costruisce come Chiesa di comunione (1 Cor 10,16-17).
Il sacramento della riconciliazione ci aiuta a ricomporre l’unità che abbiamo perduto e ci fa gustare più profondamente la comunione con Dio nella sua Chiesa per la salvezza del mondo.
Questa forte vita sacramentale – che ha le sue radici nel Battesimo e il suo centro nel’Eucarestia – è stata sempre la fonte della irradiazione pasquale dell’Azione Cattolica, della sua fecondità apostolica, della sua indistruttibile comunione con la Chiesa.
Voglio insistere su questo punto: che la forza dell’Azione Cattolica è stata sempre la sua unione con la Gerarchia e la sua fedeltà alla preghiera e alla vita sacramentale. Vivere la novità cristiana del Battesimo nella partecipazione attiva all’Eucarestia, lasciarci purificare dalla grazia rinnovatrice della Riconciliazione e rinnovare ogni giorno la forza sempre attiva della Confermazione.
Non possiamo però stare impalati di fronte a un Dio che ci rende felici, ma dobbiamo andare nel mondo quotidianamente (con le sue situazioni nuove e con le nuove sfide), con il rinnovato ardore dello Spirito Santo per annunciare esplicitamente Gesù e costruire il suo Regno. Paolo VI, di indimenticabile memoria, dopo aver definito l’Azione Cattolica come “scuola di santità” e aver indicato il suo luogo teologico nella struttura ecclesiale (“ministerialità laicale”) affermava: “L’Azione cattolica deve nuovamente scoprire la passione per l’annuncio del Vangelo, unica salvezza possibile per il mondo che altrimenti cadrebbe nella disperazione” (25.4.77).
Conclusione
Torniamo ora, per terminare con una parola di speranza, a questo Forum che ci convoca e che stiamo celebrando. Il Pontificio Consiglio per i Laici lo ha incoraggiato fin dal primo momento con entusiasmo. Lo considera sempre come un luogo di incontro, di scambio di doni, di mutua collaborazione, di promozione dell’Azione Cattolica. In nessun modo pensa a un superorganismo internazionale che abbia funzioni direttive sulle associazioni locali, nazionali. Sarebbe uno snaturare l’identità propria dell’Azione Cattolica, cioè la sua relazione essenziale con la Gerarchia locale, i suoi orientamenti e programmi pastorali.
Desidero però indicare alcune piste – già certamente percorse da voi – che mi sembra debbano segnare il cammino di questo Forum:
a – che la proposta di questa forma associativa tradizionale – tanto raccomandata dal Concilio Ecumenico Vaticano II (cf AA 20) e tanto amata dai Sommi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II – sia fatta sempre nell’ambito di una Chiesa Mistero di comunione missionaria. E cioé che viva e ami la Chiesa comunione, contagi ed espanda il suo amore, lo renda presente e sensibile;
b – che sia sempre un punto di riferimento, umile e disponibile, per la comunione con le altre forme associative, movimenti e gruppi che Dio ha suscitato in questi ultimi anni nella Chiesa; che si mostri sempre come immagine di comunione di tutte le forze laicali intorno ai loro Pastori e ai loro progetti pastorali; perchè non ci siano solamente i laici, ma anche il laicato. Oggi si sente necessità e urgenza di una organicità del laicato. Lo richiede la situazione del mondo e lo esige la fecondità di una Chiesa comunione;
c – che si faccia, con molta umiltà ma con molta forza missionaria, senza proselitismo ma con coraggio e amore, la proposta dell’Azione Cattolica alla Chiesa di quei paesi dell’Europa Centro orientale che stanno cercando forme di organizzazione per i cristiani laici, adulti e giovani; la circostanza dello svolgersi del Forum a Vienna è veramente provvidenziale;
d – che si visitino con amore filiale, rispetto e obbedienza i Vescovi. Senza di loro non si può fare l’Azione Cattolica. Lo stesso converrebbe fare con i sacerdoti – e soprattutto con i parroci – e con i seminaristi. Non si tratta di vendere una merce, ma di ricordare e offrire, con gratitudine e gioia, un vero dono del Signore alla sua Chiesa che vuole essere comunione missionaria;
e – infine – e credo che sia l’apetto principale – che si mostri l’immagine di una AC ringiovanita, fedele alla sua tradizione originale, però aperta alle esigenze della storia, profondamente invasa dallo Spirito Santo, che è Spirito di comunione e di profezia. Il mondo attende uomini e donne nuovi – immersi nel quotidiano, con una profonda esperienza di Dio – che annuncino esplicitamente la buona notizia di Gesù con l’audacia profetica dello Spirito. Però che lo facciano organicamente, come espressione di una Chiesa comunione, fortemente impegnata nella costruzione di una società fraterna e solidale. Impegnata nella costruzione della civiltà della verità e dell’amore.
Deponiamo tutto nel cuore di Maria, nostra madre e madre della Chiesa, nel cui grembo verginale “la Parola si è fatta carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi“ (Gv 1,14). Ci accompagni sempre Maria con la gioiosa disponibilità dei discepoli, con l’ardore dei testimoni e con la serena fortezza dei martiri.
Il cammino dell’Azione Cattolica coincide con il cammino di Maria: cammino di fedeltà e di servizio, di silenzio contemplativo e di croce, di gioia e di speranza. È sempre il cammino fecondo del Fiat e del Magnificat. Di rendimento di grazie e di donazione totale e generosa.
Ci accompagni sempre Maria con la gioiosa disponibilità dei discepoli, con l’ardore dei testimoni, con la serena forza dei martiri.
Vienna, 30 ottobre 1994
Relazione alla I Assemblea Ordinaria del FIAC
Cardinal Eduardo F. Pironio
Presidente del Pontificium Consilium pro Laicis
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