AC Italia: “Povertà e disuguaglianze. Le prospettive internazionali di sviluppo sostenibile” Convegno – Roma, 8 novembre 2019
Lotta alla povertà, alle disuguaglianze che ne derivano, e sviluppo sostenibile sono le due facce della stessa medaglia – come evidenzia la Laudato si’. L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme o si salvano insieme. Qui sta il punto di forza del quale ha bisogno la leva della razionalità, sia per capovolgere situazioni di ingiustizia ed esclusione che non possono più essere accettate dalla comunità mondiale, sia per cogliere e valorizzare tutte le potenzialità del bene condiviso. Su questo tema, la Presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana e l’Istituto di Diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo” promuovono il Convegno “Povertà e disuguaglianze. Le prospettive internazionali di sviluppo sostenibile”, che si terrà a Roma (presso la Domus Mariae, via Aurelia 481 – Aula Barelli), venerdì 8 novembre 2019 (ore 17.00-20.00). Interverranno: Matteo Truffelli, Ugo Villani, Antonio La Spina, Isabel Trujillo, mons. Francesco Soddu.
Come diversi studi evidenziano, non è la scarsità delle risorse che genera la contrapposizione e la lotta tra gli uomini. Piuttosto è vero il contrario: la contrapposizione e la lotta depotenziano le risorse, nel mentre la condivisione solidale e creativa le moltiplica. In questo quadro la questione dei beni comuni diventa cruciale. Occorre a scala globale costruire un ordinamento e una strategia di azione secondo cui i beni della terra (ambiente, clima, acqua, conoscenza) non appartengono a coloro che per primi se ne impossessano o li sfruttano, ma son destinati a tutti gli uomini.
È necessario dunque allargare il campo, e la mente. Occorre ragionare per futuri possibili, liberando nuove energie e nuove risorse, spostando in avanti vincoli e possibilità. Il magistero di Francesco, il suo concetto di «ecologia integrale», ci viene in aiuto indicando almeno tre gradi sfide da cogliere: la sfida della gratuità come antidoto alla logica di egoismo e di sfruttamento che caratterizza il nostro tempo; la sfida della giustizia come antidoto alle diseguaglianze crescenti nella distribuzione delle risorse, dei diritti, delle possibilità di vita; la sfida del perdono richiesto come antidoto alla violenza, alla logica della forza che pretende di stabilire e imporre le regole del gioco.
Siamo chiamati a grandi cambiamenti culturali, all’assunzione di criteri di giudizio diversi da quelli consueti. Pace e sviluppo, inteso come avere in funzione dell’essere di ogni uomo e di ogni popolo, possono rappresentare la grande discriminante tra vecchie e nuove strategie politiche, economiche, sociali e ambientali. Gli ultimi hanno bisogno della imprenditoria, della competenza, della scienza, delle abilità dei primi. I primi a loro volta hanno bisogno degli ultimi per trovare un senso alle loro ricchezze materiali e immateriali: l’accumulo fine a se stesso non genera una nuova qualità della vita bensì una cultura di disperazione.
AC Italia – Comunicato stampa
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- Convegno - Roma, 8 novembre 2019
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